LABOR
Il tuo lavoro è anche il mio
EMPLOYEE ENGAGEMENT.
Sul lavoro, il coinvolgimento è importante.
Care lettrici e cari lettori, è un piacere tornare a scrivervi qui su Labor, il Blog sulla Consulenza del Lavoro.
Il primo mese dell’anno è già passato, un mese in cui ci si risveglia dal torpore natalizio e generalmente si fanno le famigerate liste dei buoni propositi. Proprio per questo, vorrei utilizzare il tema del primo articolo del 2024 per darvi uno spunto utile, che magari potreste inserire nelle vostre liste: migliorare l’employee engagement della vostra azienda. Se non sapete di cosa si tratta, o non avete idea di come fare per raggiungere in modo efficace quest’obiettivo, vi invito a continuare nella lettura.
Cos’è l’employee engagement e perché non va sottovalutato.
Il termine employee engagement significa letteralmente coinvolgimento dei dipendenti. Viene usato, com’è intuibile, per indicare il grado di coinvolgimento e il senso di appartenenza dei lavoratori e delle lavoratrici rispetto alla propria azienda.
Semplice? Credo proprio di no.
Fare impresa oggi, ma in fondo come sempre, è tutt’altro che facile. Non basta riuscire a creare un ambiente di lavoro in cui le persone si sentano soddisfatte e a proprio agio, sia da un punto di vista umano che produttivo, occorre anche che le persone si sentano, appunto, coinvolte. Un buon livello di employee engagement si traduce spesso in prestazioni migliori, aumento della produttività e anche in una riduzione dell’assenteismo. I dipendenti con un buon livello di coinvolgimento, in genere, sono meno propensi a lasciare l’azienda, un aspetto molto rilevante al giorno d’oggi, vista l’attuale complessità del mercato del lavoro, sempre più caratterizzato dalla difficoltà di reperire talenti qualificati, e dalla minaccia di fenomeni moderni come la great resignation o il quite quitting, di cui abbiamo largamente parlato proprio su questo blog.
Senza contare che le aziende che presentano un alto tasso di turnover, si ritrovano a dover lavorare con meno personale e a ritmi più elevati, nonché ad affrontare costi di recruiting e selezione e investire tempo e/o altro personale per la formazione dei neoassunti.
Il tema dell’employee engagement diventa in questo senso rilevante, in particolare anche nei confronti dei dipendenti più giovani. È stato dimostrato, infatti, che le nuove generazioni hanno la tendenza a mettere il proprio benessere personale tra le priorità della vita, anche a discapito di eventuali avanzamenti di carriera e, nel momento in cui si sentono insoddisfatte, decidono, con più facilità rispetto alle precedenti generazioni, di abbandonare un’azienda per cercare una soluzione più vicina alle proprie aspirazioni non solo professionali, ma anche personali.
Employee engagement: il nome può suonare strano, ma i dati parlano chiaro.
Uno studio di Gallup ci racconta come le aziende con i più alti livelli di employee engagement abbiano riscontrato miglioramenti significativi in termini di performance, tra cui:
- riduzione dell’81% dell’assenteismo;
- riduzione del turnover del 18% per le aziende ad alto turnover; addirittura del 43% per le aziende con un basso turnover;
- una riduzione del 58% degli incidenti sul lavoro;
- una crescita del 18% della produttività e delle vendite.
Dati chiari ed evidenti che non possono essere ignorati da nessun imprenditore che intenda costruire un’azienda sana e in crescita.
Ma quali sono le azioni da intraprendere per migliorare l’employee engagement?
Per migliorare l’employee engagement, non a caso, sono fondamentali tutti gli interventi mirati al miglioramento del benessere generale dei dipendenti, come la creazione di un ambiente di lavoro stimolante, l’avvio di programmi di formazione, l’ascolto costante delle richieste dei lavoratori, l’instaurazione di un livello efficace di comunicazione interna e l’intensificazione dello smart working, per consentire alle persone di bilanciare al meglio vita privata e lavorativa. Oltre a questi specifici interventi, tra le azioni che possono mettere in campo imprenditrici e imprenditori c’è, ad esempio, l’offerta di benefit attraverso piani di welfare aziendale. Anche con questa scelta aziendale è possibile coinvolgere attivamente il proprio personale, aumentando la loro motivazione e migliorando il clima interno.
Il welfare aziendale come fattore di engagement?
Il welfare aziendale, tra le altre cose, può essere di supporto anche per aumentare il livello di coinvolgimento nell’ambito di un contesto lavorativo, nel senso che potrebbe favorire lo sviluppo di atteggiamenti positivi da parte dei lavoratori nei confronti dell’azienda. Ancora una volta, i dati ci aiutano a comprendere meglio il fenomeno: secondo un’analisi di Edenred, nota azienda multinazionale che opera nel settore dei servizi per le imprese, il 76% delle persone che lavorano in aziende con piani di welfare attivi, si dichiara particolarmente soddisfatto della propria condizione lavorativa. Maggior soddisfazione significa maggior coinvolgimento? Magari non c’è un nesso scientifico diretto, ma è evidente come il sentirsi soddisfatti del proprio lavoro possa avere ripercussioni positive a più livelli.
Questo dato ci permette di riflettere anche sulle grandi potenzialità del welfare, uno strumento quindi in grado di creare, potenzialmente, un buon clima aziendale e magari migliorare le performance dei singoli dipendenti.
E voi, avete mai provato a misurare il coinvolgimento delle persone che lavorano nella vostra azienda? Avete già attuato dei piani welfare soddisfacenti?
Vi ricordo che il mio Studio assiste imprenditrici e imprenditori soprattutto nella creazione di piani welfare ad hoc, quindi, se avete dubbi o domande vi invito a contattarci per avere tutte le informazioni di cui necessitate.
Stefania
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